Contributi degli studenti

Fabio Rossi – Street Art

Le multinazionali non hanno anima,
non hanno morale. Non provano
alcun dolore, ne amore, ne rimorsi.
Con le multinazionali non si può discutere.

ERRORE DI SISTEMA TEORIE
E PRATICHE DI ADBUSTER

FRANCO BERARDI

 

 

Sono solo scritte?

Sono solo scritte quelle che riempiono le strade, le metro, i muri addirittura e tutti quelli spazi lasciati bianchi che possiamo trovare in giro nelle grandi città metropolitane ma anche nei piccoli centri o negli spazi che sembrano lasciati incustoditi e assenti?

È soltanto l’opera di qualche vandalo oppure c’è qualcosa di più dietro? Non mentirei affermando che dietro il writing, il movimento che ha dato origine alla Street Art, di sicuro esiste un’intera e complessa oltre che strutturata cultura, per alcuni sub-cultura, per altri ancora forse una contro-cultura o cultura di tendenza. Non credo di sbagliare se affermo che si tratta di una una cultura nata per strada che parla di strada e per la strada: ambizioni e periferie che cercando di trasmettere una loro identità sociale.

Siamo a New York, anni 70. Qui, centinaia di ragazzi, perlopiù provenienti dal Bronx, iniziano a scrivere la loro tag (un soprannome seguito dal numero della strada da dove provenivano) nel loro ambiente cittadino. L’obiettivo è quello di diffondere il proprio nome per tutta la città e quindi di raggiungere anche e per certi aspetti una loro notorietà.  In poco tempo alcuni di questi diventano talmente famosi da essere citati sul New York Times. Attraverso i graffiti hanno quindi raggiunto il successo. È l’inizio di una vera e propria mania tra i giovani.

Nel corso del tempo stili e linguaggi cambiano; i cosiddetti bomber, writer di vecchia data, sono d’esempio per i toys, ragazzini alle prime armi. Viene a crearsi un’articolata sottocultura fatta di slang e di leggi non scritte che influenza ancora oggi tanti giovani, anche al di fuori degli USA. Anche a Roma, specialmente qualche anno fa, il writing era molto in voga tra i giovani. Anch’io ho conosciuto tanti ragazzi che scrivevano e ho frequentano ambienti legati a questo mondo. Nel writing nostrano i bomber diventano king e alcune regole importate dall’America, come quella del non scriversi sopra (in gergo steccarsi), diventano motivo di disputa. Non è raro che alcuni writer vengano alle mani per questioni legate allo stile writing. L’ambiente quindi può diventare anche piuttosto violento; inoltre la credibilità di ciascun writer crea un sistema altamente gerarchizzato, dove alcuni sono intoccabili e altri sono soltanto dei toy (che in Italia indica il ragazzino inesperto e senza talento).

Le parole chiave sono due: “rispetto e originalità”. Rispetto nei confronti dell’ambiente e di chi è più “forte” di te, mentre originalità per lo stile e la difficoltà delle scritte. Infatti oltre che a taggare il più possibile, bisogna anche ricercare un proprio stile, senza emulare troppo altri writer (un tag troppo simile, per esempio, è un altro motivo di disputa); anche la difficoltà dei pannelli (tag più grandi e più articolati, spesso con un colore che fa da fondo, simulando il cloud americano) ha una sua importanza. Alcuni writer sono famosi per aver fatto dei pannelli in posizioni quasi impossibili come segmenti di palazzi anche ad altezze proibitive.

Quello che è più importante capire, oltre a tutti i termini e le regole di questa sottocultura, è il perché le città sono piene di scritte senza senso, per alcuni addirittura soltanto macchie che sporcano la città. Capire che dietro ogni scritta c’è un ragazzo pieno di ambizioni, che nel migliore dei casi ha veramente un talento che andrebbe almeno dal mio punto di vista valorizzato, accolto e forse anche incoraggiato. Forse negli Stati Uniti questa mentalità era ed è più radicata, ma anche in Italia è pieno di writer che potrebbero forse in futuro diventare dei veri e propri artisti.

È vero anche che molti tag che vediamo in giro sporcano soltanto il paesaggio cittadino, ma è pur vero che quei potenziali artisti spesso vengono dalla strada e conoscono solo la strada per poter esprimere il loro valoro o meglio ancora il loro talento. In America sono riusciti a portare alcuni lavori su tela, quindi perché non provare anche qui in Italia? È una valida proposta, o sono solo scritte? Per fortuna da alcuni anni stanno emergendo dei lavori di ragazzi che potrebbero avere in futuro dei riconoscimenti dal punto di vista artistico anche per le tecniche sempre più raffinate e sofisticate nella loro complessa realizzazione.

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