Generale

Paolo Impara – sul rispetto

«Dalle cose che abbiamo detto emerge chiaramente che l’assenza di reciprocità ci porta ad una interpretazione passiva, dimenticando l’importanza dell’individuo nella costruzione dell’identità. Non è tanto l’appello al dono, al donare e al dare, nel senso più laico, più scientifico e più socratico. È necessario pensare alla persona e alla conoscenza della persona. Quindi la ricerca della costruzione dell’identità ci porta ad una reciprocità consapevole, altrimenti rischiamo di attivare un processo monco; in senso platonico è importante concentrare l’attenzione sul dialogo, altrimenti si ascolta e basta; il dialogo può nascere solo se abbiamo la capacità di dialogare. La reciprocità sul piano educativo sociologico e filosofico ha un significato, legato soprattutto all’intenzionalità. Dobbiamo pensare a qualcosa che ho dentro, che trasporto e posso trasformare e modificare, una trasformazione che parte dalla scambievolezza: una trasformazione che non è solo dettata dall’empatia, ma anche sul piano della coscienza, quindi una trasformazione consapevole. Non è solo un fatto emozionale, istintuale, perché interviene grazie alle intenzioni. Quindi occorre attenzione e rispetto dell’altro. Se facciamo riferimento al caso di Totti e del suo allenatore – il caso esposto da Cipriani – dobbiamo osservare che se ci fosse stata maggiore riflessione, maggiore intenzionalità, forse la strattonata non sarebbe accaduta.

Non bisogna pensare che la reciprocità si possa muovere a ruota libera, ma deve essere un segno continuo di consapevolezza che ci permette di capire l’altro come persona. Il senso di una scienza valoriale come quello della formazione e dell’educazione è dato dal rispetto e dal dialogo».

Lascia un commento