Contributi degli studenti

Caffè letterario – Chiara Ronca

‘’Il caffè è l’unico luogo dove il discorso crea la realtà, dove nascono piani giganteschi, sogni utopistici e congiure anarchiche senza che si debba lasciare la propria sedia.’’

Montesquieu

L’ispirazione arriva sempre da un’emozione. È questo di cui l’uomo ha bisogno: evadere dalla realtà, emozionarsi, sbalordirsi e meravigliarsi. Ed è dalla meraviglia che la singola persona prende ispirazione. Si cerca altrove, ci si mette in viaggio per per comporre un’opera teatrale o musica, per scrivere delle poesie o romanzi, un quadro…qualunque essa sia l’opera è figlia di un luogo. Quando arriva l’ispirazione l’artista crea, scrive, disegna e parla.

Ci sono luoghi in ogni città, testimoni di particolari momenti o di intere epoche della vita della città stessa. Questi luoghi vedono scorrere il tempo, la storia, la gente, la cultura, la politica… se penso questo mi vengono in mente dei luoghi strepitosi, e delle vere e proprie officine di cultura: i Caffè Letterari. Essi rappresentano da sempre antichi ritrovi privilegiati di intellettuali, pensatori, poeti, ricercatori ecc.

Honoré de Balzac li definiva un’istituzione,  affermava: ‘’Il caffè è un’istituzione indefinibile… uno studio d’avvocato, una borsa, un ridotto di teatro, un club, una sala di lettura.’’, e se ci riflettiamo bene il Caffè Letterari è un grande contenitore di cultura ed un’testimone di intere epoche, storia, vite, arte e cultura di una città.

Quella dei Caffè Letterari fu una moda e soprattutto un rito: in essi si incontravano intellettuali, talentuosi, rivoluzionari e creativi. I Caffè vissero fama negli anni della loro creazione, 800 e 900, dove era un vero e proprio scambio di idee tra persone dentro questi locali. È da questi luoghi che sono passate le più importanti tendenze letterali e artistiche. Ci basta pensare allo storico Caffè Giubbe Rosse di Firenze, frequentato da personaggi quali Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, e Umberto Boccioni. A Venezia, John Ruskin sedeva ai tavolini del celebre Caffè Florian ammirando la vita e le bellezze della città veneta. L’immagine che ne emerge ricorda le parole di Claudio Magris che definisce il Caffè come ‘’ Unico luogo in cui si può veramente scrivere. Il tavolino sul quale è posato il foglio diviene la tavola di un naufrago, cui ci si aggrappa, mentre la familiare armonia che ci circonda si svuota, diviene l’incerta cavità del mondo, nel quale la scrittura si addentra, perplessa e ostinata.’’ A Roma artisti e viaggiatori britannici si incontravano, tra gli altri, al Caffè degli Inglesi, ormai distrutto, di cui già nel 1776 parla il pittore Thomas Jones: ‘’ Per trovare un po’ di sollievo l’unica alternativa era scappare al Caffè degli Inglesi, uno stanzone a volta con le pareti affrescate con sfingi, obelischi e piramidi, ispirate ai disegni fantastici del Piranesi, più adatti in verità ad un sepolcro egizio che ad un luogo di conversazione. Qui, seduti attorno a un braciere acceso, cercavamo di stare allegri bevendo una tazza di caffè o un bicchiere di punch, per poi cercare a tentoni la via di casa, nel buio, nella solitudine, nel silenzio.’’

È lecito ricordare che i Caffè nascono in contemporanea al movimento illuminista che ebbe il suo fulcro in Francia durante il 1700. Solo a Parigi, alla fine del secolo, esistevano oltre 3000 caffè, nei quali si incontravano i giovani intellettuali che diedero il via a una vera e propria rivoluzione, segnando il trionfo della borghesia ai danni della nobiltà, che fino ad allora aveva detenuto quasi completamente il monopolio della cultura. Anche in Inghilterra si diffusero rapidamente le Coffee Houses, nelle quali scrittori, poeti e uomini d’affari si riunivano per discutere di nuovi investimenti, stimolare l’intelletto o semplicemente scambiarsi le proprie opinioni sulla società.

In Italia nacquero ben presto molti caffè letterari, frequentati non solo dalla classe borghese ma anche dalla nobiltà. La più famosa rivista illuminista italiana, fondata da Pietro Verri, si chiamava proprio “Il Caffè”, e nei suoi contenuti imitava gli scambi d’opinione e le discussioni intellettuali che si creavano all’interno di tali locali.

Ricchi di fascino e storia, i caffè letterari rappresentano ancora oggi un luogo magico, nei quali si respira un’atmosfera unica.

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